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Difficoltà
Media
Tempo
1H E 20 MIN
Cottura
60 MIN
Dosi
4
Non c'è cosa come la castagna che richiami l'inverno, quasi come un riflesso condizionato. Freddo, castagne. Certo poi arriva tutto il corredo di vini rossi zamponi stracotti polenta et similia, ma la castagna è proprio un automatismo. E non c'è cosa come questo docle poco dolce che richiami la memoria sepolta chissà dell'economia della castagna che solo pochi anni fa a solo pochi chilometri da qui sussisteva intere popolazioni. L'appennino, il metato, la farina delle castagne secche è cosa dimenticata ormai, così come il sapore, la stessa fitta consistenza di questa preparazione profondamente inattuale: inadatta ai nostri palati ormai sovramontati di dolcezze plastificate, di zuccheri sintetici e sapori colorati artificialmente: prova a farlo assaggiare ad uno dei nostri bimbi, e vedrai che lo troverà eccessivamente austero, quasi burbero. Eppuro il castagnaccio ha una sua rustica poesia: di dolcezze strettamente esatte e di armonie felici e sazianti. Ne esistono centotrè versioni più o meno smussate. Prova questa che aderisce ad un'idea perfettamente conchiusa di schietta semplicità.
Setaccia il mezzo chilo di ottima farina di castagne ed aggiungi un cucchiaio di zucchero di canna grezzo.
Impasta con due decilitri di latte intero di giornata e acqua a piacere, fino ad ottenere una liquidità cremosa. Un cucchiaio di olio evo lo renderà meno viscoso.
Alla fine aggiungi pinoli in abbondanza e una bella misura di uvetta di corinto che avrai fatto rinvenire in acqua, o se sei più vizioso, in un liquore dolce aromatizzato.
Versa in uno stampo tondo imburrato di 30 centimetri, e decora con una spirale d'olio.
Poni al forno per 45 minuti a 230°, poi spegni e lascia riposare per un altro quarto d'ora.
Lo vedrai staccato dalle pareti e screpolato in superficie: lascia raffreddare e sarà presto pronto.
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