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Compresa tra l’Oceano Pacifico e le Ande, sotto nuvole incombenti, esiste una striscia di terra ai confini del mondo lunga 4.300 chilometri e larga in media 175 chilometri, che punta dritta dai Tropici al Polo Sud. Dal deserto ai ghiacciai, scopri i panorami mutevoli del Cile con i nostri consigli.
Santiago, l’esatto baricentro del territorio cileno, sarà probabilmente il tuo primo contatto con il Paese: tra grattacieli, dimore liberty ed edifici coloniali, come la splendida chiesa di San Francisco, con i suoi giardini, trovi la Plaza de Armas, il vivace centro cittadino. Qui si affacciano la splendida Cattedrale, in stile neoclassico, la zona pedonale di paseo Ahumada e l’elegante Palazzo della Posta Centrale. Il Palazzo della Moneda (XVIII secolo), all’origine sede ufficiale della zecca, poi palazzo presidenziale, è un luogo che ti consente di immergerti nella sofferta storia recente del Cile: fu bombardato durante il golpe militare di Pinochet, e qui morì il presidente Allende. Passeggia tra le vie del centro storico e del quartiere bohémien di Bellavista, fino a giungere a La Chascona, una delle case di Pablo Neruda, ora una casa museo che ti rivela molto della vita e della personalità del poeta cileno. Per abbracciare con lo sguardo tutta la città, sali al Cerro San Cristòbal a piedi, con la funicolare o con la funivia: dal parco che si trova sulla cima di questa collinetta la tua vista si spinge fino alle Ande.
Da Santiago, attraversa le valli di Curacavì e Casablanca, e prima di arrivare alla costa goditi un bicchiere dell’ottimo vino bianco che si produce in questa zona. Le spiagge di Las Salinas e di Reñaca, amata dai surfisti, e la città di Viña del Mar, conosciuta come la Città Giardino per i bei parchi, i viali curati e le eleganti residenze, ti danno il benvenuto sull’Oceano Pacifico. Concediti un assaggio dell’atmosfera coloratissima di Valparaiso, il più grande porto del Cile, dove fra i container che provengono da tutto il mondo i leoni marini si godono il sole. La città è cresciuta in sella a 42 piccoli colli, accessibili con ripide scalinate e con le vecchie funicolari, gli ascensor, e il suo centro storico è Patrimonio dell’UNESCO. Tra piccole strade intricate e la grande Piazza Sotomayor, le vivaci opere di street art e i gli allegri palazzi coloniali, incontri anche un’altra casa di Neruda, La Sebastiana, dalle linee curve che ricordano quelle di una imbarcazione.
Il centro del Cile è il tuo punto di snodo per proiettarti in scenari completamente diversi fra loro.
Scegli di risalire il Paese, e vola verso Calama, per raggiungere San Pedro de Atacama, vicino alla frontiera con la Bolivia, punto di partenza per esplorare il magnifico nulla del Deserto di Atacama, 42.000 chilometri quadrati di cime laviche, gole e geyser. A San Pedro, pittoresco pueblo di strade sterrate e case bianche, dominato dai quasi seimila metri del Vulcano Licàncabur, sei a un passo dai paesaggi irreali della Cordillera de la Sal, della Valle della Luna e della Valle della Morte. Il vento e l’erosione continuano a modellare questo scenario desolato, con le sue formazioni aguzze di sale pietrificato, le morbide dune, le onde perfette disegnate dal vento sulla sabbia che ricopre la crosta di sedimenti salini. Al tramonto, con le ombre che si allungano, il paesaggio si tinge di rosso, poi di violaceo: in questo momento ti sembrerà che le forme bizzarre del deserto prendano vita.
Da San Pedro de Atacama, la Ruta 23 ti accompagna fino a 4.500 metri di quota: attraversa la Reserva Nacional Los Flamencos snodandosi fra vulcani imponenti e altipiani polverosi punteggiati dal giallo dei cespugli, dove pascolano le vigogne, e lambisce le lagune altiplaniche come quelle di Miñiques e Miscanti, due piccoli laghi di un blu splendente. Ti conduce anche al Salar de Atacama: tremila chilometri quadrati incrostati di sale, punteggiati di piccole e grandi lagune salate dalle acque celesti, gialle, rosate o rosse, dove i fenicotteri, sulle loro lunghe zampe, danno sfoggio della loro eleganza.
Muovendo verso Nord, da San Pedro de Atacama, non puoi perdere lo spettacolo intenso dei geyser di El Tatio: il suolo fuma, trema e gorgoglia mentre dal terreno si alzano le colonne di vapore bianco con sibili sordi nell’aria. All’alba, se non temi le temperature rigide, godi dello spettacolo migliore. Se sei abbastanza impavido da liberarti degli abiti pesanti e rimanere in costume, un bagno nelle piscine termali a oltre quattromila metri premia il tuo coraggio e rinfranca le tue membra intirizzite.
Per spaziare dal Nord desertico ai boschi del Sud, torna a volare, prima verso Santiago, poi giù verso Puerto Montt. Questa sonnacchiosa città portuale sovrastata dal vulcano Osorno, con la sua impronta tedesca, le sue abitazioni e la sua cattedrale in legno di larice, con il suo mercato del pesce che ti offre il meglio del pescato del Pacifico e il salmone che si alleva nella zona, è il tuo punto di riferimento per visitare la regione dei laghi. Puerto Varas, poi, a breve distanza di Puerto Montt, è una meta perfetta per lo sport: praticare pesca o kayak, rafting o canyoning, arrampicata o escursionismo, negli scenari magnifici del Lago Llanquihue, fra foreste ed edifici coloniali dall’architettura tedesco, è un’opportunità da non farti sfuggire.
Ti basta poi un viaggio in traghetto per immergerti nel mondo di leggende e di tradizioni delle isole Chiloé: la Isla Grande de Chiloé, lunga circa 180 chilometri e larga 50 chilometri, è un magico mondo a sé. Le sue colline ricoperte dal fitto manto boschivo e spesso avvolte da una nebbia spessa, le onde dell’oceano che sembrano un tutt’uno con pesanti cieli plumbei ti fanno sentire immerso nella mitologia degli indigeni mapuche, che si è tramandata fino ad oggi grazie all’isolamento rispetto alla terraferma. In questi scenari fatati non ti riesce difficile immaginare il serpente marino Caicai, incarnazione del mare, emergere dalle acque dell’oceano e battere la sua enorme coda per sollevare onde tanto terribili da sommergere l’umanità, e immaginare il serpente buono dell’isola, Ten Ten, ingaggiare con il corrispettivo malvagio una aspra lotta, per trarre in salvo gli uomini o trasformarli in uccelli e animali marini. Forse gli gnomi e gli stregoni delle leggende non si affacceranno dal fitto della foresta, ma il calore dei chiloti, gli abitanti dell’isola, i colori vivaci delle palafitte e delle chiesette di legno, oggi patrimonio dell’UNESCO, e la splendida natura sapranno suggestionarti. Non perderti poi un assaggio della gastronomia locale: scopri la varietà delle colorate varietà di patate che si coltivano sulle isole e non mancare di assaggiare il tradizionale curanto, un piatto a base di carne, di pesce e di verdure cucinato su pietre bollenti all’interno di una buca scavata nel terreno.
Proseguendo ancora verso Sud, ti aspettano la Patagonia Cilena e la Terra del Fuoco, là dove il continente si disgrega in un intrico di fiordi e canali, dove le montagne sono monumenti di ghiaccio e i laghi glaciali sono specchi per il cielo, e la steppa e le foreste si alternano fra il giallo spento e il verde più brillante. Le infinite sfumature dell’azzurro che si gettano nella piscina naturale del ghiacciaio San Rafael; i ghiacciai Balmacéda e Serrano, nel Parco Nazionale Bernardo O’Higgins, da ammirare imbarcandoti dal fiordo di Ultima Esperanza fra leoni marini, cigni e cormorani; i tre enormi picchi del Parco Nazionale Torres Del Paine, come denti di granito scoperti su fauci di ghiaccio: ti stai spingendo verso la fine del mondo, in luoghi aspri e inospitali, ma il loro fascino gelido ti rapisce. Consumare l’immancabile rito del whisky mescolato a una scheggia di ghiaccio perenne ti saprà riscaldare.
Al di là di Punta Arenas, oltre lo Stretto di Magellano, inizia la Terra del Fuoco: sulle isole dove gli indios accendevano i fuochi che ispirarono al navigatore il nome di questo arcipelago, nel punto più meridionale del Sud America, c’è uno sperone nero e puntuto flagellato dal vento gelato e dalle onde di due oceani rissosi. Sei a Capo Horn. Sei alle soglie dell’Antartide, dove il buio domina le interminabili notti dell’inverno australe.
Il Cile, nella varietà dei suoi scenari, vanta anche Rapa Nui, l’Isola di Pasqua. È il luogo abitato più isolato al mondo, il più lontano da ogni terra emersa, e questa posizione ha contribuito ad ammantarlo di un fascino enigmatico. Le sue spiagge di sabbia rosa e i suoi vulcani ti stupiscono almeno quanto i celeberrimi moai, gli enormi e ieratici volti di pietra che furono testimoni silenziosi di una società che, dalle origini polinesiane, si è evoluta in secoli assoluto isolamento.
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