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L’isola di Bali è un paradiso fatto di foreste incontaminate e, per la sua vocazione alla spiritualità e alla meditazione, viene comunemente definita l’“isola degli Dei”. Le motivazioni di questo soprannome risiedono nell’atmosfera di silenzio e di rispetto che si respira attorno ai moltissimi templi induisti (Pura).
In tutto il Paese ce ne sono oltre 20.000: ogni villaggio ha un proprio pura puseh (il tempio delle origini), un pura desa (il tempio del villaggio) e il pura dalem (il tempio dei defunti). Ci sono templi sulle scogliere, alle pendici dei vulcani, sulle acque dei laghi e nelle foreste, a cui si accede percorrendo lunghe scalinate che passano attraverso un candi bentar (torre simmetrica). Gli abitanti locali vi si recano vestiti con abiti eleganti dai colori sgargianti portando sulla testa canestri pieni di cibo da offrire alla divinità.
Ai piedi del vulcano Gunung Agung, alto oltre 3.000 metri, si trova Besakih, il “tempio madre”, il più importante complesso di templi del Paese, che ospita un edificio a sei livelli costruito oltre 2.000 anni fa.
Più a Est, attorno al monte Lempuyang, si sviluppa il complesso di templi Pura Penataran Agung, considerato tra i sei luoghi più sacri di Bali, i sei luoghi cardine che si ritiene conferiscano all’isola l’equilibrio spirituale. La costruzione dell’intero complesso sembra essere tra le più antiche di Bali e vi si accede attraversando i grandiosi Portali di Paduraksa che segnano l'entrata al sancta sanctorum e al piccolo Pura Lempuyang Luhur, il tempio più elevato.
Arroccato su di una rupe alta 70 metri a picco sull’oceano è invece il Pura Luhur Uluwatu. Si dice che questa rupe sia costituita dai resti dell’imbarcazione della dea del mare Dewi Danu. L’unica via di accesso è una ripida scalinata che costeggia la rupe. Solo le numerose scimmie possono raggiungere il tempio senza passarci.
I templi che si affacciano sull’oceano sono spesso dedicati agli dei del mare e sono stati costruiti come guardiani dell’isola. Tanah Lot (“la terra nel mare”) è il più noto ed è arroccato su uno scoglio poco distante dalla riva, raggiungibile soltanto durante la bassa marea. Si dice che i monaci tengano imprigionati dei serpenti marini velenosi in una grotta davanti al tempio, in modo che lo proteggano dagli spiriti maligni. Sotto la roccia sgorga una sorgente di acqua utilizzata per la purificazione rituale.
A poca distanza sorge il tempio di Batu Bolong (“la pietra vuota”), costruito su di una suggestiva formazione rocciosa collegata alla terraferma con un ponte naturale e utilizzato durante le notti di luna piena per i riti di purificazione.
Nel Nord del paese, all’interno del lago Beratan, si trova il Pura Ulun Danu, dedicato alla dea dei laghi e dei fiumi. L’acqua del lago viene bevuta dai devoti poiché si ritiene che favorisca la fertilità.
Templi, templi e ancora templi: a Bali ogni luogo è adatto per entrare in contatto con una spiritualità millenaria, ogni elemento della natura sembra pervaso da una divinità protettrice che veglia sulle risorse di questa magnifica isola.
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