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La presenza dell’uomo nel territorio dell’attuale Argentina risale a 13.000 anni fa: la zona della Patagonia era popolata da tribù nomadi di cacciatori e agricoltori, di cui oggi restano tracce come l’arte rupestre, che puoi ammirare nel sito archeologico di Piedra Museo, nella provincia meridionale di Santa Cruz. Nel corso dei secoli, gruppi come i Guaranì si stabilirono nel Nord dell’Argentina, popolazioni come i Mapuche si stanziarono nell’area delle Ande, e l’Impero Inca, nella prima metà del XVI secolo, governava su parte dell’Argentina occidentale.
Gli Europei entrarono in contatto con il territorio argentino a partire dal 1502, con le esplorazioni di Amerigo Vespucci e del portoghese Gonçalo Coelho, mentre gli Spagnoli fondarono i primi insediamenti, fra cui Buenos Aires, originariamente chiamata Ciudad del Espíritu Santo y Puerto Santa María del Buen Ayre. A metà del 1500, le aree argentine conquistate dagli Spagnoli vennero inglobate nel Vicereame del Perù, da cui vennero scorporate nel XVIII secolo con la fondazione del Vicereame del Río de la Plata.
Nel 1810 la popolazione creola iniziò a premere concretamente per svincolarsi dal dominio spagnolo: la Rivoluzione di Maggio innescò la Guerra d’indipendenza argentina, che nel 1816 culminò con la ratifica della dichiarazione di indipendenza. Dopo quasi quattro decenni di guerre interne, nel 1853 venne approvata la Costituzione: i conflitti fra gli unitaristi e i federalisti, sostenitori della libertà di azione delle province, dove capi locali governavano in maniera autoritaria, non si placarono fino al 1861, quando al Paese venne imposta una struttura unificata. L’inizio del ‘900 fu caratterizzato dall’innesco di un circolo virtuoso di immigrazione e sviluppo economico, e l’Argentina iniziò a rappresentare un soggetto importante nell’economica mondiale, attraendo investimenti dall’estero. La crisi globale del 1929 determinò una frenata anche per l’economia argentina, e anche dal punto di vista politico questo periodo fu caratterizzato da una forte instabilità.
Con le elezioni del 1946 il generale Juan Peron divenne presidente, inaugurando un periodo di riforme economiche e sociali. Nonostante un primo periodo di prosperità, dovuto anche ai crediti che l’Argentina vantava presso gli stati esteri appena usciti dal secondo conflitto mondiale, sul Paese tornò a calare un clima di instabilità economica e politica, fra conflitti sociali e golpe militari. Nel 1976 si instaurò la dittatura militare di Videla, caratterizzata dalla violenta repressione delle opposizioni. Solo nel 1983, dopo la sconfitta dell’Argentina nella guerra per ottenere il possesso delle Falkland, si svolsero delle elezioni democratiche, solo a partire dal 1983 vennero a galla le ordinarie violazioni dei diritti umani perpetrate nel corso della dittatura di Videla.
Nonostante i tentativi dei successivi governi, i problemi strutturali dell’economia argentina culminarono nella crisi che ha afflitto il Paese tra il 1999 e il 2003, da cui l’Argentina si è faticosamente risollevata, fra riforme e cambi di passo sullo scenario dei mercati internazionali.
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