viaggi Living Ecuador e Galápagos
Il panama, un patrimonio ecuadoriano
Il panama, un patrimonio ecuadoriano

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Il panama, un patrimonio ecuadoriano

Inconfondibile sul capo di Ernest Hemingway, amplificatore di fascino per personaggi come Humphrey Bogart, dettaglio di valore storico sventolato dal presidente statunitense Theodore Roosevelt: il panama, cappello di fibre vegetali finemente intrecciate a mano, è secondo l’UNESCO un Patrimonio che l’Ecuador ha consegnato all’umanità.

A dispetto del suo nome, questo copricapo è prodotto proprio in Ecuador, da migliaia di anni: le popolazioni preincaiche hanno lasciato testimonianze di questa tradizione, si osservano cappelli su statuette databili intorno al 1200 a.C., e i conquistador spagnoli, a loro volta, dopo i primi contatti con le popolazioni costiere dell’Ecuador documentarono la loro abitudine di indossare leggeri cappelli di paglia intrecciata che coprivano il capo e il collo. Li chiamarono toquilla, per la somiglianza con il toque, copricapo in uso anche in Europa, e paja toquilla venne chiamata la fibra con cui gli indigeni li producevano. L’interesse per questo accessorio, indispensabile sotto il sole a picco dell’Equatore e quando l’umidità è alta, crebbe fra gli Spagnoli, tanto che iniziarono ad indossarli e a sfruttare la manodopera locale per produrli, adattandone le forme alle proprie necessità e ai propri vezzi. Le zone di produzione più importanti furono Jipijapa e Montecristi, al centro della costa dell’attuale Ecuador.

Proprio in queste zone, tra i 100 e i 400 metri sul livello del mare, cresce quella che nel XVIII secolo venne classificata come carludovica palmata, in onore del re Carlo IV di Spagna e della moglie Ludovica, pianta le cui fibre vengono raccolte, sbiancate, essiccate e intrecciate con procedimenti che si tramandano da secoli.

Nel 1835, appena dopo che l’Ecuador ottenne l’indipendenza dalla Spagna, l’imprenditore Manuel Alfaro fondò la propria attività di produzione di cappelli a Montecristi, curando la filiera dalle piantagioni al lavoro dei tessitori esperti che aveva reclutato. La sua attività si rivelò tanto fruttuosa da proiettarsi oltreconfine: i cappelli vennero esportati a Panama, ai tempi un importantissimo snodo commerciale. Da Panama al resto del mondo, il passo è stato breve. Scelti dai protagonisti della caccia all’oro, che spesso passavano per Panama per cercare fortuna negli Stati Uniti, impiegati dai lavoratori centroamericani, presentati alla moda europea presso la Exposition Universelle di Parigi nel 1855: i cappelli ecuadoriani iniziarono ad essere identificati come “panama” e a diffondersi sempre di più.

La definitiva affermazione del panama si fa coincidere con il 1906, contestualmente all’avvio dei lavori per la realizzazione del canale di Panama: il presidente americano Roosevelt, immortalato dalla stampa, indossava un raffinato cappello prodotto a Montecristi, che entrò nell’immaginario collettivo come simbolo di stile. A metà del ‘900 lo si è visto sul capo di mezza Hollywood, da quello degli attori più celebri a quello dei protagonisti di capolavori come Via col vento, Casablanca, Il buio oltre la siepe. Non è un caso che proprio nel 1944 il Panama sia stato il prodotto più esportato dell’Ecuador!

Di un’eleganza senza tempo, questo cappello è tuttora un accessorio sfoggiato da celebrità e non. Se hai in programma un viaggio in Ecuador, perché non cogliere l’occasione di uno shopping irripetibile? Cuenca è ora il maggiore centro di produzione dei panama e potrai trovare fabbriche artigianali, dove avviene la rifinitura del copricapo, e un’infinità di botteghe e mercati dove scegliere il tuo modello preferito! 

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