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Situato nella parte nord-occidentale del Sudamerica, l'Ecuador confina a nord con la Colombia, a est e a sud con il Perù, e a ovest si affaccia sull'Oceano Pacifico; è attraversato dall'equatore, da cui prende il nome.
L'Ecuador ha un clima equatoriale, essendo situato esattamente sulla fascia dell'Equatore. La stagione secca va da Giugno a Dicembre; quella umida va da Dicembre a Maggio, con variazioni dovute alle altitudini e alla posizione geografica. La zona costiera e le Isole Galapagos sono influenzati dall'Oceano: la stagione più calda e umida, con frequenti piogge, va da Gennaio fino ad Aprile. Da Maggio a Dicembre la temperatura, soprattutto dell'acqua, scende di alcuni gradi a causa delle correnti fredde oceaniche (circa 18°C). Generalmente in questo periodo non piove ma a Luglio e Agosto aumenta l'umidità. La regione amazzonica ha un clima costante e caldo durante tutto l'anno, con punte di maggiore umidità e piovosità tra Gennaio e Maggio.
Molte località in Ecuador si trovano a un'altitudine piuttosto elevata. Per coloro che hanno problemi cardiovascolari, di respirazione e d'ipertensione, si suggerisce di consultare il proprio medico prima della partenza. Alcuni semplici accorgimenti eviteranno di avere problemi dovuti al mal d'altitudine: bere molta acqua, mangiare cibi leggeri, evitare alcolici. La maggior parte degli hotel dispone di bombole di ossigeno.
La valuta ufficiale è il Dollaro USA. Si consiglia di procurarsi i Dollari USA prima della partenza dall'Italia. Nei principali hotel e ristoranti sono accettate le maggiori carte di credito: Visa, Mastercard e Diners. Talvolta sono applicate commissioni sulle transazioni eseguite con carta di credito. In alcuni esercizi sono previste tasse non rimborsabili ai viaggiatori stranieri.
La lingua ufficiale è lo Spagnolo.
La differenza di fuso orario tra Italia ed Ecuador è di -6 ore rispetto all'Italia (-7 ore quando in Italia è in vigore l'ora legale); le Isole Galapagos sono 1 ora indietro rispetto alla terraferma. Il giorno e la notte, vista la posizione geografica della nazione sull'equatore, hanno la stessa durata per tutto l'arco dell'anno, inoltre non è adottata l'ora legale.
La corrente elettrica è di 110 volts. Occorre munirsi di adattatori per le prese americane (spine a lamelle piatte) e trasformatori.
Vista l'altitudine delle montagne andine, è consigliato un abbigliamento che includa qualche maglione di lana, una giacca a vento o un piumino, guanti e cappello di lana. È opportuno portare con sé delle scarpe comode (adatte quelle da trekking).
Per la zona della costa e dell'Amazzonia serviranno vestiti leggeri per sopportare il caldo, ma anche qualcosa per proteggersi dall'umidità.
Sono utili un ombrello ed un impermeabile se si viaggia durante la stagione delle piogge.
In Ecuador la principale religione (oltre il 95%) è il cattolicesimo.
Le tradizioni diffuse nel Paese conservano una spiccata impronta etnica a cui si aggiunge, in alcuni punti del territorio, l'impronta di numerose tribù che conservano uno stile di vita considerato ancora primitivo.
Tratti peculiari della cultura degli indios sono, per esempio, le pratiche religiose, risultanti dall'incontro fra antiche credenze e culto cattolico: essi venerano Cristo e contemporaneamente la montagna sacra Imbabura. Grande importanza è conferita anche alla fiesta, fatta coincidere in genere con una ricorrenza del calendario cattolico e animata da canti, danze e sfoggio dei costumi tradizionali (vesti colorate, gonna aperta su un fianco e scialle per le donne; poncho per gli uomini). Il cappello di panama, indispensabile complemento, costituisce il copricapo nazionale. Sono queste le occasioni in cui vengono suonate, con tipici strumenti a corde o flauti di bambù, anche le musiche più caratteristiche delle Ande, fra le quali il sanjuanito o il pasillos, testimonianze vive del mondo precolombiano precocemente cancellato. Persistono le cerimonie connesse alla nascita, al matrimonio (molto complesse) e alla morte (per i morti bambini non si usa piangere; accanto alla tomba dell'adulto si pongono ago e filo perché l'abito del defunto può strapparsi nel lungo cammino oltre la vita).
Completamente diverso è il mondo dell'Amazzonia, dove vivono ancora, spesso rifiutando il contatto con i bianchi, tribù primitive (come i Jìvaros), così come vita primitiva conducono anche, nella Sierra, i Colorado, residuo di una tribù che un tempo occupava tutto il territorio dell'Ecuador.
La cucina ecuadoriana, a base di mais e di riso, è sostanzialmente povera e poco varia: scarso è l'uso della carne; i piatti più tipici sono la colada, diffusa nelle Ande e fatta di carne con farina di mais, e il seviche, diffuso in tutto il Paese e fatto con pezzi di pesce macerati in succo di limone. Tra le bevande è caratteristica quella ricavata dalla naranjilla (il cui gusto unisce gli aromi dell'ananas e dell'arancia). Le tribù amazzoniche consumano sostanzialmente manioca, che fornisce insieme il pane e la bevanda detta chicha.
L'artigianato è particolarmente sviluppato nei settori tessile, della produzione di cappelli di panama, della lavorazione di oggetti in legno, in pelle e in oro e argento.
In ambito sportivo, molto popolare è il gioco del calcio, ma molto praticata è anche una sorta di pallapugno (pelota de mano). Altre discipline diffuse sono il basket e la pallavolo; nelle zone rurali persistono inoltre passatempi quali lotte fra galli e fra tori.
L'Ecuador è abitato dall’uomo da circa 11.000 anni: tribù di cacciatori e raccoglitori hanno dato origine a diverse culture, come quella di Valdivia (tra il 3500 e il 1800 a. C.), localizzata lungo la costa, nei pressi dell’estuario del fiume Guayas, o la più tarda cultura Manteña (tra l'800 e il 1500 d.C.) e quella dei Cañari (tra il 400 d.C. e il 1532 d.C). Diversi popoli, diverse culture e abitudini, i cui equilibri, agli inizi del XV secolo, vennero sovvertiti prima dalle pressioni della nazione Cara, che si espanse al Nord e al centro della pre-cordigliera andina, e poi dall’Impero Inca che, tra guerre, alleanze e tessitura di rapporti commerciali, impose la propria presenza in Ecuador, fatta eccezione per l’area amazzonica. L’impero Inca innescò lo sviluppo di una rete viaria, di tecniche agricole e di allevamento, intensificò gli scambi commerciali fra le diverse aree del Sudamerica. Ma i conflitti dinastici interni alla famiglia imperiale, nella prima metà del 1500, spianarono la strada all’avanzata dei conquistador spagnoli.
Una avanzata che porta il nome di Francisco Pizarro: nel 1526 diede inizio alla colonizzazione, un processo sanguinoso che si svolse in meno di cinquant’anni. Solo l’Oriente amazzonico non venne toccato dalla conquista. Il resto dell’attuale territorio del Paese entrò a far parte del vicereame del Perù, costituito nel 1542, e nel 1563 l’amministrazione ecuadoriana diventò autonoma nell’ambito del vicereame. La popolazione locale, già decimata dagli scontri e dalle nuove malattie “importate”, venne sfruttata dagli Spagnoli nell’agricoltura, nei grandi latifondi, e nel corso dei decenni iniziò ad emergere il desiderio di indipendenza dei discendenti del conquistador, che ormai riconoscevano come Paese d’origine quello sudamericano e non più la Spagna.
All’inizio dell’800 questa insofferenza iniziò a concretizzarsi nei moti indipendentistici. I disordini scoppiati a Quito nel 1809 culminarono nel 1822, quando la popolazione, guidata dal generale José Antonio Sucre, inviato dalla Colombia da Simón Bolívar in aiuto dei patrioti, sconfisse gli Spagnoli nella battaglia di Pichincha. Dopo essere stato parte della Gran Colombia, nel 1832 lo stato si dichiarò indipendente ed adottò il nome di Ecuador, in riferimento alla linea equatoriale che passa nei pressi della città di Quito e attraversa il Paese.
Nel 1832 si verificò anche l’annessione delle isole Galápagos, che erano state scoperte in maniera casuale nel 1535, ai tempi che seguirono la conquista spagnola dei territori Inca. Le Galápagos entrarono a far parte del Paese con il nome di Archipelago del Ecuador: inizialmente l'isola di Floreana venne impiegata come colonia penale e poi popolata da artigiani e agricoltori.
Gli anni successivi all’indipendenza furono segnati da conflitti tra il versante conservatore, a fianco delle gerarchie ecclesiastiche e dei grandi proprietari terrieri dell’interno (i serranos) e la liberale borghesia costiera (costeños). Fu una fase politicamente tumultuosa, in un violento avvicendarsi delle forze al potere, che certo non favorì l’evolvere delle dinamiche sociali nel Paese, ancora sostanzialmente retto da meccanismi di tipo latifondistico.
L’instabilità, dovuta anche ai conflitti territoriali con il Perù, e l’isolamento degli strati più bassi della popolazione rispetto al mondo politico, favorì l’ascesa di nuove figure politiche che fecero presa soprattutto sugli abitanti delle città, prevalentemente meticci: questi leader carismatici non seppero però cambiare le sorti del Paese.
A dare una svolta alla vita sociopolitica ecuadoriana, alla fine degli anni Sessanta, ci fu la riforma agraria, che portò all’abolizione dei lavori forzati a cui erano asserviti gli indigeni. Un altro importantissimo fattore di cambiamento fu la scoperta dei giacimenti petroliferi, che fecero dell’Ecuador un Paese esportatore di petrolio: un cambiamento epocale, visto che fino a quel momento la banana, il caffè ed il cacao rappresentavano l’80% dell’economia del Paese. In questo periodo, con la concentrazione della popolazione nei centri urbani, la partecipazione popolare si intensificò e sfociò nel 1979 nell’approvazione della Costituzione, con l’allargamento del diritto di voto anche agli analfabeti. Gli anni che seguirono, nonostante l’economia del petrolio, furono segnati dalle crisi, dall’austerità e dalla repressione, con una instabilità che perdurò fino ai primi anni Duemila.
L’avvento di Rafael Correa a ruolo di presidente, nel 2007, ha contribuito ad un rilancio e a una stabilizzazione dell’economia, ad una riforma istituzionale e a politiche di inclusione delle popolazioni indigene, anche le più isolate, oltre che al raffreddamento dei rapporti con gli Stati Uniti, coltivati dai governi precedenti. A Correa è seguito, nel 2021, il governo di Guillermo Lasso, imprenditore e politico di centro-destra.
È necessario il passaporto con validità residua di almeno sei mesi al momento dell’ingresso nel Paese.
Non è necessario il visto d’ingresso, per turismo, fino ad un massimo di 90 giorni.
Tutti i minori italiani che viaggiano devono essere muniti di documento di viaggio individuale. Per informazioni sui documenti necessari per viaggi all'estero con minori si prega di consultare il sito
http://www.viaggiaresicuri.it/#/approfondimenti/documentidiviaggio
Per conoscere la documentazione completa può essere utile anche consultare il sito della Polizia di Stato
http://www.poliziadistato.it/articolo/191
Non sono richieste vaccinazioni.
L’Ecuador è considerato paese a rischio di trasmissione della febbre gialla. È richiesto un certificato di vaccinazione contro la febbre gialla solo ai viaggiatori di età maggiore ad un anno provenienti da Paesi dove la febbre gialla è a rischio trasmissione e per coloro che abbiano transitato per più di 12 ore nell’aeroporto di un Paese in cui la febbre gialla è endemica.
La vaccinazione è comunque raccomandata ai viaggiatori sopra i 9 mesi d'età diretti in zone al di sotto del 2300 metri delle regioni di Morona-Santiago, Napo, Orellana, Pastaza, Sucumbios, Zamora-Chinchipe ed Esmeraldas.
Il paese verso il quale si i prosegue il viaggio (o per il quale si transita) potrebbe richiedere il certificato di vaccinazione. Il vaccino contro la febbre gialla è inoltre obbligatorio per tutti coloro che proseguono il viaggio verso le isole caraibiche (ad eccezione della Repubblica Domenicana) e Polinesia. È opportuno verificare con congruo anticipo rispetto alla data di partenza.
Si consiglia, previo parere medico, la vaccinazione contro l’epatite A e B e l’antitifica.
Ogni luogo ha la sua natura... e mentre voi osservate la natura, la natura sta osservando voi!
La vegetazione rigogliosa del paese è l’habitat naturale di molte specie animali, non pericolose per l’uomo. L’esistenza di un ecosistema tropicale non esclude la diffusione di piccoli ratti che ogni tanto fanno capolino nelle vicinanze dei resort o degli alberghi, attratti dal calore e dalla possibilità di trovare del cibo.
Il geco, che fa la sua comparsa dopo il tramonto, è molto comune in tutte le zone a clima temperato e svolge una funzione importante perché si ciba di insetti parassiti e spesso diventa parte delle mura domestiche.
Tra le specie comuni può essere inoltre annoverata anche la volpe volante, un pipistrello notturno del tutto innocuo che si ciba principalmente della frutta che si trova sulle cime degli alberi e delle palme (soprattutto alle Maldive, alle Seychelles ed in alcune isole caraibiche).
È possibile incontrare anche insetti di piccole dimensioni assolutamente non velenosi. Non può essere perciò completamente esclusa la possibilità che nella propria camera possano introdursi, magari dopo aver lasciato aperta la finestra, piccolissimi insetti. Ciò non denota una carenza di pulizia da parte della struttura ma è semplicemente frutto della natura che circonda la maggioranza dei resort che periodicamente utilizzano prodotti per tenerli lontani.
Si consiglia in ogni caso di munirsi di repellenti e di adottare le normali precauzioni.
Il tour operator consiglia di controllare eventuali escursioni acquistate in loco da organizzazioni non ufficiali e da privati e, in ogni caso, resta inteso che il nostro corrispondente locale non è responsabile per i disservizi causati dall’acquisto delle stesse.
Al momento del check-in in un hotel solitamente viene richiesta la carta di credito a garanzia e viene bloccata una determinata somma a titolo cauzionale. Ciò è totalmente slegato dal pagamento dei servizi effettuato dal tour operator ed è una prassi molto comune a livello internazionale. La carta di credito del cliente viene richiesta laddove l'hotel disponga di servizi opzionali a pagamento, quali il minibar, la TV via cavo, boutique o ristoranti, qualora cioè sia possibile acquistare e di conseguenza far addebitare gli importi da saldare al momento del check-out.
Alcuni hotel possono richiedere il pagamento in loco di tassa di soggiorno e di resort fee non prepagabili dall'Italia. L'importo può variare da hotel a hotel o da località a località.
Il Paese (o alcune sue aree) è considerato a rischio di trasmissione febbre gialla. Il paese verso il quale si prosegue il viaggio (o nel quale si transita) potrebbe richiedere il certificato di vaccinazione. È opportuno verificare con congruo anticipo rispetto alla data di partenza.
Info sulla destinazione
Living Ecuador e Galápagos
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